IL
“DECLINO” DELL’EUROPA, DECLINO
CHE SEGUE
CHE SEGUE
LA “DECADENZA”.
“CTO
DELJAT’”, “CHE FARE” OGGI,
“HIC
ET NUNC”
Il
XXI° secolo – il secolo della “globalizzazione realizzata” -
ha visto, e sta vedendo, la “risorgenza” dei nazionalismi, ovvero
il ritorno al XIX° secolo, piuttosto che l’effettivo superamento
del XX° secolo.
I due movimenti solo apparentemente son opposti
ma, invece, son complementari: la “globalizzazione realizzata”
implica la “risorgenza” dei nazionalismi1;
già quel che accadde negli Anni Novanta del secolo scorso nell’ex
Jugoslavia era un segno premonitore, ma, in quell’epoca, vi era
ancora l’oscena risibile soddisfazione per la fine del cosiddetto
“comunismo”, evento negativo del XX° secolo senza nessun dubbio,
ma voler tornare a prima, il revanscismo russo, non solo non è cosa
positiva – in buona sostanza è impossibile, è una chimera2
-, ma è foriero di disastri.
Ma avvertire chi non voleva
esserlo è stato assolutamente inutile3,
siamo governati da una classe digerente, non dirigente:
dovrà essere sostituita, ma non potrà esserlo da chi è figlio
dell’epoca del compiacimento inutile e dannoso, per quanto ostenti
la mentalità del “me first” anni Ottanta del
secolo scorso, o della rabbia verso tutto e tutti, o della “buona
gestione” dell’esistente, perché a solo queste tre categorie
appartengono i politici attuali.
Questo “declino” segue la già accaduta “decadenza” che, tra le altre cose, portò alla Prima Guerra Mondiale4.
Questo “declino” segue la già accaduta “decadenza” che, tra le altre cose, portò alla Prima Guerra Mondiale4.
Chiaramente, le cose non si ripetono uguali, ma vi son paralleli
storici.
L’Europa
non è attrezzata a questa sfida, a questo ritorno della storia non
al XX° secolo – come qualcuno ha detto a seguito della crisi in
Ucraina – ma, invece, al XIX° secolo, e nonostante che i
populismi ed i risorti nazionalismi siano ormai in cattedra dal 2010:
che cos’è stato, infatti, il disastro della cosiddetta “austerità”
se non la sottomissione dell’intero continente agli interessi
nazionali tedeschi? Ma: è la soluzione il ritorno di ognuno
ai propri interessi nazionali?
Se
l’Europa torna al XIX secolo, la farà senza il potere che ebbe in
quel secolo: dunque marginalizzazione. Se continua come oggi oppure
va verso i populismi continua sulla vi della debolezza e del “Grande
Declino”5.
Si vede che è un dilemma.
Un dilemma non si può risolvere se si
sposa o l’uno o l’alto dei suoi due “corni” - era paragonato
alla testa d’un toro... - ma occorre spingersi verso una situazione
del tutto nuova, reinterpretando le basi del problema che si è
inceppato.
La
grossa, grossissima difficoltà è che solo in Europa c’è stata la
“coscienza infelice” del XIX secolo che, significativamente, non
è stata vissuta pienamente né nella Americhe né in Asia; di
conseguenza, solo da noi si è avuta la piena realizzazione del
“nichilismo maturo”6.
Questa è una
difficoltà notevole, per cui ci si ritrova sguarniti di fronte alla
crisi che incombe, e di front alle scelte che s’impongono sempre
più cogenti e sempre più cocenti, mentre la manipolazione delle
masse continua7.
E
mentre la situazione globale – come notato da qualcuno attento, ma
che vi è giunto da un’angolazione che ben
poco ha a che
vedere con la “politica” attuale8
- si
va polarizzando fra spenta globalizzazione da un lato e “risorgenze”
nazionalistiche dall’altro, cosa che, come già detto, era già ben
visibile fin dagli anni Novanta del secolo scorso9,
che, cioè, questa sarebbe stata la direzione dell’immediato
futuro: e così poi è stato.
Non ci voleva molto a capirlo, pur
essendo quattro gatti, se non due, a rendersene conto all’epoca:
ma, si sa, la manipolazione delle masse, anche sedicenti “istruite”,
è sempre stata un punto di forza di tale sistema10.
Dunque
che cosa vogliamo fare, qui-ed-ora?
Possiamo permetterci le tre mentalità oggi dominanti e ricordati qui
sopra:
“la mentalità
del ‘me
first’
anni Ottanta del secolo scorso, o della rabbia verso tutto e tutti, o
della ‘buona gestione’ dell’esistente, perché a
solo queste tre categorie appartengono i politici attuali”?
Non
lo si crede. Oggi è
sommamente dannoso
continuare per queste vie che sono binari stantii e passatisti11.
*
* *
NOTE
1Cfr.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2014/03/nazionalismo-etnicistico-e.html.
2“Il
più gran criminale della storia è la Chimera” (L’ombre
idéale de la Sagesse Universelle, XVII secolo), e cioè la
ricerca dell’impossibile propizia crimini e disastri di cui la
storia testimonia.
3Cfr.,
a tal proposito,
http://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2014/03/05/il-libretto-nero-il-caffe-30-dicembre-2003-anno-vi-n-48-274/;
si tratta di un articolo scritto nel 2003, la cui scannerizzazione è
stata posta sul web, articolo che era una recensione ad un libro del
1994. Era tutto già chiaro. Ma nessuno voleva – né vuole –
vederlo: “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”,
recita l’adagio popolare...
4Cfr.
http://bakerstreetirregularfightclub.blogspot.it/2013/04/da-la-decadenza-delleuropa-occidentale.html,
e
http://bakerstreetirregularfightclub.blogspot.it/2013/04/perche-leuro-e-un-fallimento.html.
5Cfr.
N. Ferguson, Il Grande Declino. Come crollano le istituzioni e
muoiono le economie, Mondadori Editore, Milano 2013. L’autore
fa il confronto tra la Cina del XVIII-XIX secolo e l’Europa di
oggi, una Cina dinamica ed un’Europa stazionaria come lo era la
Cina di quell’epoca, che si ridusse, da una nazione tra le più
ricche del mondo, al “grande malato” del secolo XIX: ora sta
accadendo in modo speculare all’Europa, nemesis
della storia... Che poi Ferguson non possa davvero capire le ragioni
profonde di tutto ciò, è vero, ma, per lo meno, qualcuno se ne
accorge e nonr ecita le solite litanie sul debito pubblico, litania
che altro non sono se non lo scambiare gli effetti con le cause...
Intanto
si ripresenta il problema della svalutazione dello yuan, che
fu la modalità per mezzo della quale la Cina si salvò nella crisi
economica precedente, cfr.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/12/di-una-crisi-passata-che-si-e.html,
e
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/12/di-cose-gia-passate-che-hanno-avuto.html.
Alcuni
spunti, forse utili, qui:
http://bakerstreetirregularfightclub.blogspot.it/2013/10/una-segnalazione-tre-sfumature-di-blu.html.
6Cfr.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/06/una-riflessione-sulle-tesi-di-g-galli.html.
7Cfr.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/06/passo-da-propaganda-di-bernays.html.
8Cfr.,
http://www.superzeko.net/doc_incanus/IncanusSeLaDr%C3%B4leDeGuerreSiaInVistaDiTerminare.pdf.
9Cfr.,
a tal proposito,
http://associazionefederigoiisvevia.wordpress.com/2014/03/05/il-libretto-nero-il-caffe-30-dicembre-2003-anno-vi-n-48-274/;
si tratta di un articolo scritto nel 2003, la cui scannerizzazione è
stata posta sul web, articolo che era una recensione ad un libro del
1994. Era tutto già chiaro. Ma nessuno voleva – né vuole –
vederlo: “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”,
recita l’adagio popolare...
10Cfr.
http://associazione-federicoii.blogspot.it/2013/06/passo-da-propaganda-di-bernays.html.
11Cfr.
http://bakerstreetirregularfightclub.blogspot.it/2013/06/le-utopie-son-obbligatorie-per-una.html,
per qualche suggerimento, pur essendo sempre utile “non farsi
‘soverchie’ illusioni”, come si dice qui:
http://bakerstreetirregularfightclub.blogspot.it/2013/06/non-farsi-soverchie-illusioni.html.
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