giovedì 4 aprile 2013

Da “La decadenza dell’Europa occidentale”, di M. Silvestri

Da “La decadenza dell’Europa occidentale”, di M. Silvestri, Einaudi 1978 [*])


Dopo aver fatto riferimento alle supernovae [**], Silvestri diceva:
“E’ un paragone naturalistico e nulla più, che mi è sembrato tuttavia suggestivo, poiché l’Europa occidentale, nel suo recente passato, grazie allo sviluppo della cultura e dell’industrializzazione, accentuatasi nel corso del secolo XIX, apparve anche ai contemporanei, come appare oggi [1978, oggi siamo stati ampiamente fortemente “normalizzati, ndA], un crogiuolo gonfio d’inventiva, di scoperte, di poesia, d’ingegno e di violenza compressa. La fine dell’Ottocento rappresenta l’acme di questo processo di travaglio evolutivo, che sembrava dovesse durare in eterno. La prima guerra mondiale (ancor più che la seconda) apparve un evento distruttore di natura irreversibile, una vera esplosione, che sconvolse i precedenti equilibri politici, economici, sociali e militari, che non poterono più essere ripristinati [come oggi, chi crede si ritorni a prima non ha capito nulla di nulla, ndA]. Da allora - da quando cioè quel conflitto cruento ed insensato sprigionò una insospettata quantità di energia distruttiva - l’Europa occidentale cominciò a declinare sul piano materiale e su quello morale [né si è mai più davvero risollevata, hanno solo messo pezze e rammende, che oggi non significano più nulla, ndA].
La caduta dell’Europa occidentale è un evento grandioso, che ha due soli precedenti negli ultimi millenni: il crollo dell’Impero romano e ild eclino della potenza islamica” (M. Silvestri, La decadenza dell’Europa occidentale, Einaudi 1978, vol. I, p. V dell’Introduzione, i corsivi nel passo riportato sono di chi scrive) [***]; [****]. 

Ed è così: SOLO LA CADUTA DELL’IMPERO ROMANO E QUELLA DEL MONDO ISLAMICO SONO STATI PARAGONABILI STORICAMENTE COME FENOMENO.
SI STUDINO, DAVVERO, QUESTI TEMI, NON CON L’INTENTO DI SEGUIRE LA “COSA DEL GIORNO” O PER AVERE “SUCCESSO”, MA CON LA RIGOROSA “SPADA DI DAMOCLE” SULLA TESTA DELLA POSSIBILITA’ DI FUNZIONARE CONCRETAMENTE IN UNA SOCIETA’ SLABRATA E PERSA. HIC SUNT LEONES, COME NELLE ANTICHE MAPPE SI LEGGEVA DELLE TERRE “NONDUM COGNITAE”, OVVERO QUELLE TERRE IN CUI SIAMO, DEFINITIVAMENTE E PER SEMPRE, ENTRATI... 

In effetti, il nazismo non fu altro se non un tentativo, abortito e inevitabilmente fallimentare, di ritorno dell’Europa in primo piano, fallimentare perché un ordine europeo attorno al predominio di una sola nazione al suo interno è destinato per sua natura, al fallimento, e non fa che minare ancor più l’Europa, come i fatti han dimostrato.

E come i fatti dimostrano chiaramente: l’Euro - maschera del Marco tedesco - ha portato, per la terza volta!!, l’Europa al disastro, al suo inevitabile divenire marginale sempre di più. Cfr., a tal proposito: 
QUINDI NON POSSIAMO CHE ESSER ANTI-NAZISTI PROPRIO PERCHE’ SIAMO A FAVORE DEL RAFFORZAMENTO DELL’EUROPA, COSA CHE E’ SIA TOTAMENTE ED ASSOLUTAMENTE, SIA COSA COMPLETAMENTE SUPER STRA IMPOSSIBILISSIMA CON LE CLASSI DIGERENTI CHE ESSA SI RITROVA, ELETTE DA UN POPOLINO STANTIO E PERSO E SFATTO.

Dunque i modelli di riferimento, temporanei solo, devono essere altri. 
Necessariamente altri

Nel libro di Silvestri, di cui si è appena riportato qui sopra un passo, a p. 162, si legge de Il tradimento dei chierici: “Lo scoppio della guerra provocò in Europa un’esplosione di delirio nazionalistico. Proprio gli intellettuali, che fino allora avevano parlato di fratellanza universale e di amicizia fra i popoli, gettarono la maschera dell’ipocrisia e rivelarono il volto disgustoso del rancore lungamente covato. Certo, le circostanze iniziali congiurarono per offire pretesti (...). Ma gli intellettuali soffiarono sul fuoco dell’irrazionalità, dimostrando che in tanti anni, alimentando una cultura sempre più intrisa di doppiezza, avevano perso l’anima”. 

NON SUONA FAMILIARE?
NON SUONA FAMILIARE

Certo si è sempre fratelli, quando si è in posizione di vantaggio... Si diventa nemici in posizione di svantaggio... Oh che caso... Ma guarda un po’ che casuale coindencenza... 

[*]
L’anno dei tre papi, come fu chiamato... In talune cose l’attuale papa Francesco ricorda Giovanni Paolo I, conservatore in morale individuale ma aperto in quella pubblica. Vediamo se, poi, le cose andranno nello ed allo stesso modo ... 

[**]
Noi sappiamo che vi son due tipi di supernovae, di grandezza esplosiva molto diversa, l’Europa, tutto sommato, è parsa del tipo pIccolo dette del tipo I, tipo che, poi, ha varie suddivisioni al suo interno ma non sottilizziamo... La cosa è stata grossa comunque... 

Link interessante:

HISTORICAL RECORDS OF SUPERNOVAE 

[***]
Un libro interessante, riguardo a quell’epoca, è: A. Butterworth, Il mondo che non fu mai. Una storia vera di sognatori, cospiratori, anarchici e agenti segreti, Einaudi 2011. Esamina, non casualmente peraltro, il periodo storico compreso tra la Comune di Parigi del 1971 e il moto rivoluzionario di Pietroburgo del 1905, anticipazione della Rivoluzione russa del 1917 che, però, sarebbe potuta accadere solo in seguito al Primo Conflitto Mondiale. 

[****] 
“Mi domando perché io mi sia sentito più debole, più vulnerabile dopo la sconfitta della prima guerra mondiale che non dopo quella  della seconda, benché la catastrofe era stata nella seconda ancora più grande. Probabilmente, si erano raggiunti allora strati più profondi, soprattutto grazie alle radiazioni della rivoluzione russa. Questo genere di cose si avverte non tanto nei fatti, quanto piuttosto nei mutamenti dell’atmosfera, quei mutamenti che Alexander von Humboldt ha descritto nei suoi studi sui terremoti equinoziali. L’aria si fa pesante, prima che le città vacillino, prima che chiese e palazzi crollino. In quegli anni sopraggiunse qualcosa di nuovo, sopraggiunsero dei sintomi che, come una malattia cronica, si facevano sentire ora più fortemente, ora più debolmente, ma che non sparivano mai del tutto. Faceva parte di questi sintomi un senso di soffocamento, di restringimento, simile allo stato d’animo del delinquente, ora a quello di chi si sente accerchiato, e infine anche a quello del villano che si crede preso in giro da avvocati troppo furbi. (...) In questo modo si deposita il sedimento di una soluzione torbida” (E. Jünger, Avvicinamenti. Droghe ed ebbrezza, Multhipla 1982, pp. 207-208, corsivi di chi scrive).  
Stupefacente similarità, non è vero ...  

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